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    19 novembre 2013".

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venerdì 8 novembre 2013

Titolo populista del "Quotidiano di Sicilia on line"

Una Formazione senza occupati

di Michele Giuliano


Per il 2014/15 pronti 280 mln: 172 per i corsi dell’ex Avviso 20, 48 per i giovanissimi, 60 per gli sportelli multifunzionali. Utile solo ai formatori. Pagarli soltanto in base a quanti trovano lavoro. Altri 280 milioni destinati ad essere bruciati dal mondo della formazione professionale in Sicilia. Seppur con una contrazione di spesa rispetto allo scorso anno di 60 milioni di euro, il nuovo anno formativo nell’Isola non lascia presagire quel cambiamento annunciato e auspicato da tanti. 

La manovra complessiva, tra Piano Giovani (ex Avviso 20), Obbligo di istruzione e formazione e Sportelli multifunzionali pesa ancora enormemente e al orizzonte non si intravedono reali cambiamenti come annunciato al governo regionale. Anzitutto partendo dai costi sostenuti: in pratica si è risparmiato attorno ai 66 milioni di euro effettivamente rispetto allo scorso anno, ma non certo per effetto dei tagli: quelli veri e propri sono stati il 10 per cento dell’Avviso 20, quindi circa 17 milioni di euro. 
Per il resto le economie sono state frutto di operazioni delle Procura e delle forze dell’ordine che hanno smascherato truffe colossali, facendo quindi decadere gli enti.

http://www.qds.it/14186-una-formazione-senza-occupati.htm


Sig. Giuliano che ne pensa di questo di titolo?

"TANTI DISOCCUPATI FORMATI E NON"

La Formazione in Sicilia come alibi per la disoccupazione, vuoi vedere che anche i cassintegrati della FIAT di Termini Imerese sono stati causati dalla FP, o che il polo industriale di Milazzo è in default e crea disoccupati sempre e solamente a causa di questa maledetta Formazione Professionale? Chiedere alla Formazione di creare posti di lavoro è come chiedere ad un prete di creare coppie di sposi. Un prete sposa chi ha deciso di farlo. Così la Formazione forma ma spetterebbe alle Industrie ed a tutto il comparto che ruota intorno al commercio ed al terziario assumere e dare lavoro. Del resto anche dal rapporto FARO del CENSIS, commissionato dalla nostra Regione, si evince che un gran numero di aziende non passano dai centri per l’impiego ma preferisco il vecchio passa parola o le conoscenze personali per il reperimento delle risorse umane. Comunque, così come un qualsiasi cattivo giornale non fa cattivi gli altri, allo stesso modo un cattivo ente o un pessimo formatore non è l’indice di tutti gli altri.
Generalizzare è semplice, mi rendo conto, aiuta a non analizzare e per questo la invito a fare un giro dalle nostre parti.
Aggiungo che è anche vero che così come tanti e non tutti in passato hanno approfittato delle grandi somme che giravano, mi viene fatto di pensare che anche oggi ed in futuro a tanti e non a tutti potrebbero far gola i grossi capitali che comunque continuano e continuerebbero a muoversi.

Un saluto, Massimo Parisi


Di seguito alcune Tabelle dal Report FARO del CENSIS,








3 commenti:

  1. ma perchè quando scegli una facoltà all'Università dove ci sono intere "dinastie" di docenti ipersupermegaultra preoparati(!!!),poi ti danno subito il posto di lavoro??? ma che discorsi sono...

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  2. Suggerirei anche al signor Michele Giuliano se ha tenuto conto che viviamo nella regione con i più alti tassi di disoccupazione e che da oltre sei anni attraversiamo un periodo di congiuntura economica senza pari? La formazione professionale non possiede la bacchetta magica per la risoluzione di questa tremenda recessione, altrimenti l’ avremmo offerta a Barak Obama, risollevandone gli indici di gradimento e favorendo il superamento della crisi, che effetto della globalizzazione sarebbe così giunta anche in Sicilia! Noi operatori della formazione professionale possediamo dati diversi e più positivi, rispetto non solo alle figure professionali più avanzate che abbiamo formato , ma anche quelle tanto criticate, come le estetiste, i parrucchieri e gli operatori sociali. E se si aggiungono i dati che non riusciamo a rilevare, riguardanti il lavoro irregolare di cui si avvalgono molti allievi dei corsi (non disposti a rivelarlo nelle interviste), appare chiaro che i conti non tornano. Inoltre, la funzione della formazione professionale (mi pare) consiste nella capacità di dotare chi ne è sprovvisto delle necessarie competenze specialistiche/trasversali per una più efficace ricerca attiva d’occupazione e per colmare le lacune di un’istruzione scolastica inadeguata. Mi si sta forse dicendo che in Sicilia oltre il 70 per cento dei giovani non lavora perchè la formazione professionale non funziona? Oppure, perché la nostra classe politica ed imprenditoriale è stata sempre incapace ed inadeguata e negli anni ha saputo solo sperperare risorse gigantesche e sciupare tutte le opportunità di sviluppo che poteva sfruttare questa terra martoriata? Perché, la maggioranza delle imprese non si rivolge direttamente agli enti di formazione per concertare la formazione delle figure che necessitano? Perché è così sdegnata del ruolo della FP? Forse perché gli affari gli vanno male e vuole trovare nuovi sbocchi economici, con il favore di politici che hanno indossato, solo per fini personali ed elettorali , la veste della “purificazione”? Questi “morti di fame dei formatori” (e non ci offendiamo visto che alcuni di noi non percepiscono lo stipendio da oltre 24 mesi) sono nella maggior parte dei casi professionisti seri, capaci di formare allievi preparati ed esperti, in grado di affrontare le dinamiche dei luoghi di lavoro e rispondere alle esigenze più avanzate dello sviluppo economico, tecnologico e socio-culturale. Ma perché queste critiche non sono mai rivolte al mondo della scuola e all’università?Eppure, gli ultimi esiti dei test di medicina effettuati in Sicilia unitamente ad altri studi sociali, rivelano che i nostri studenti sono tra i meno preparati d’Italia; ma nessuno afferma che un professore o un docente universitario siciliano è un “rubastipendi”, anche se ha una retribuzione in alcuni casi triplicata e soprattutto mensilmente “puntuale”. Di contro, molti quotidiani espongono in bella vista la pubblicità di Atenei e lauree veloci, sulla cui efficacia bisognerebbe riflettere molto! La stampa non deve fare di tutta l’erba un fascio, ma dovrebbe dedicare maggior tempo a intervistare i giovani che si sono formati presso enti seri e validi, sentire le loro opinioni, conoscere e diffondere le opportunità che grazie alla formazione professionale sono riusciti a cogliere; le persone che grazie alla formazione hanno imparato l’uso del computer, le donne che dopo la maternità hanno saputo rimettersi in gioco e reintrodursi nel mondo del lavoro, i dipendenti pubblici e privati che hanno curato il loro aggiornamento e migliorato così i nostri servizi e persino la performance dell’ amministrazione. I giornalisti dovrebbero anche impiegare più tempo a contestare chi non fa il proprio dovere, partendo dagli enti inutili per giungere ai controllori che non controllano, ai politici e ai dirigenti collusi e a tutti i colpevoli del collasso del sistema formazione, che con la loro cieca negligenza hanno contribuito alla perdita di dignità di tantissimi lavoratori onesti!

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  3. Mariella, la tua analisi è così chiara ed approfondita che la condivido parola per parola!!!
    E' facile per chi ha ......il cuscino morbido.....un lavoro ben retribuito puntualmente, credere ai luoghi comuni ed a fare della gratuita demagogia!!! Vorrei vedere questo sig. Giuliano a lavorare per mesi e mesi senza retribuzione e mettere a tavola per la sua famiglia..........solo un po' di demagogia!!!!!!

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