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giovedì 7 novembre 2013

Lettera aperta dei lavoratori IPF-COBAS …. esistiamo anche noi.











Lettera scritta dai lavoratori Cobas dell’IPF.
novembre 7, 2013

Con questa nostra volevamo porre l’attenzione verso tutti i lavoratori dell’IPF (Società Cooperativa Insieme per la Formazione) che, dall’aprile del 2012, in seguito all’esclusione dal finanziamento dell’Avviso 20, sono scomparsi dalla scena della formazione professionale in Sicilia: sia le istituzioni, che gli Enti preposti, che i mezzi di stampa ci hanno dimenticato. Ma è una dimenticanza? O piuttosto un non voler sapere, un tenere le orecchie chiuse di fronte ad altri lavoratori che vorrebbero ma non possono esprimere la loro voce? Che si aggiungerebbero alle migliaia di lavoratori in cerca di dignità sociale e lavorativa? Esistono davvero lavoratori di serie A e altri di serie B?

In questi due anni abbiamo sentito parlare di Tutti e di tutto ma di noi nessuna parola.
L’Ente ci rimanda alle istituzioni, le istituzioni ci rimandano all’ente, UPLMO non ci conosce: niente CIG-D, niente liste di mobilità, niente licenziamenti…. Niente che ci possa dare un’identità!
Sospesi nel limbo dei non so, non sapevo, non saprò, vedremo di fare… in mezzo a proclami e molte promesse è giunta l’ora di dare voce alla nostra storia. Noi nasciamo nel 2002 come Ecoform –Cisal, ente di formazione presente in Sicilia con 7 sedi provinciali, nel 2006 le sedi di Ragusa ed Enna vengono chiuse e i lavoratori seppur in mobilità
vengono ricollocati lavorativamente protetti dal CCNL di categoria e dalla Legge 24/76. Stessa sorte per i lavoratori di Caltanissetta. Nell’aprile del 2010 tutti i lavoratori transitano all’IPF, con passaggio diretto ed immediato e giusto verbale sindacale debitamente firmato al SUPL di Palermo.


Nonostante i rischi di mobilità dovuti ad un esubero strutturale, per cui tutti i dipendenti sono stati posti in CIG-d a rotazione per buona parte del 2011, l’IPF insisteva nel panorama formativo con ben 17 corsi e 65 dipendenti a T.I..
Nell’aprile del 2012 con l’avvento dell’Avviso 20 e il mancato finanziamento del piano formativo siamo scomparsi dalla scena. Inizialmente posti in CIG-D per tutto il 2012, non ci è venuto in aiuto nemmeno l’Elenco Unico, tramite il quale sono stati reinseriti, con molteplici e dubbie forme contrattuali, al massimo il 20% dei lavoratori, il più delle volte costretti a girare in lungo e in largo al fine di racimolare uno stipendio dignitoso. Per il restante 80% nessuna temporanea ricollocazione, nonostante i colloqui sostenuti, a destra e a manca.
In questo periodo né il nostro Ente né le istituzioni ci hanno dato risposta sulla nostra identità: cosa siamo nel panorama della formazione?
I primi ad essere stati interrogati, da noi lavoratori, sono stati il direttore generale e l’amministratore unico dell’Ente: ci dicono che stanno facendo il possibile, che hanno avviato le procedure di mobilità ma le istituzioni non rispondono. Andiamo dalle istituzioni: il SUPL fa spallucce dichiarando che per loro siamo ancora in forza all’IPF. Non ci resta che andare all’Assessorato con una domanda: cosa siamo? Siamo inclusi nel vostro piano di salvezza? Con grandi speranze avevamo letto: “nessun lavoratore rimarrà in mezzo ad una strada”: questa affermazione si riferisce anche a noi?
Tanto coraggio e belle parole, ma la sensazione è quella di essere ormai il fanalino di coda… Quale identità ci rimane? Siamo lavoratori, ex lavoratori, o cosa? Come sostenteremo le nostre famiglie?
Volevamo iniziare parlando dei lavoratori dell’IPF come appartenenti ad una categoria al limite, come i borderline della formazione professionale, ma non siamo neanche quello. La letteratura psichiatrica ha dato un profilo identitario, e una collocazione specifica anche alle personalità borderline…
È giunto il momento di alzare la testa e ribadire a gran voce che noi siamo LAVORATORI DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE della REGIONE SICILIA ed in quanto tali abbiamo diritto ad essere presi in considerazione e non pagare insieme alle nostre famiglie lo scotto e gli errori di chi finora ci ha gestito e di chi fa finta di non vedere e di non sentire.
…. I lavoratori Cobas dell’IPF 



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