Lettera scritta dai lavoratori Cobas dell’IPF.
novembre 7, 2013

In questi due anni abbiamo sentito parlare di Tutti e di tutto ma di noi nessuna parola.
L’Ente ci rimanda alle istituzioni, le istituzioni ci rimandano all’ente, UPLMO non ci conosce: niente CIG-D, niente liste di mobilità, niente licenziamenti…. Niente che ci possa dare un’identità!
Sospesi nel limbo dei non so, non sapevo, non saprò, vedremo di fare… in mezzo a proclami e molte promesse è giunta l’ora di dare voce alla nostra storia. Noi nasciamo nel 2002 come Ecoform –Cisal, ente di formazione presente in Sicilia con 7 sedi provinciali, nel 2006 le sedi di Ragusa ed Enna vengono chiuse e i lavoratori seppur in mobilità
vengono ricollocati lavorativamente protetti dal CCNL di categoria e dalla Legge 24/76. Stessa sorte per i lavoratori di Caltanissetta. Nell’aprile del 2010 tutti i lavoratori transitano all’IPF, con passaggio diretto ed immediato e giusto verbale sindacale debitamente firmato al SUPL di Palermo.
Nell’aprile del 2012 con l’avvento dell’Avviso 20 e il mancato finanziamento del piano formativo siamo scomparsi dalla scena. Inizialmente posti in CIG-D per tutto il 2012, non ci è venuto in aiuto nemmeno l’Elenco Unico, tramite il quale sono stati reinseriti, con molteplici e dubbie forme contrattuali, al massimo il 20% dei lavoratori, il più delle volte costretti a girare in lungo e in largo al fine di racimolare uno stipendio dignitoso. Per il restante 80% nessuna temporanea ricollocazione, nonostante i colloqui sostenuti, a destra e a manca.
In questo periodo né il nostro Ente né le istituzioni ci hanno dato risposta sulla nostra identità: cosa siamo nel panorama della formazione?
I primi ad essere stati interrogati, da noi lavoratori, sono stati il direttore generale e l’amministratore unico dell’Ente: ci dicono che stanno facendo il possibile, che hanno avviato le procedure di mobilità ma le istituzioni non rispondono. Andiamo dalle istituzioni: il SUPL fa spallucce dichiarando che per loro siamo ancora in forza all’IPF. Non ci resta che andare all’Assessorato con una domanda: cosa siamo? Siamo inclusi nel vostro piano di salvezza? Con grandi speranze avevamo letto: “nessun lavoratore rimarrà in mezzo ad una strada”: questa affermazione si riferisce anche a noi?
Tanto coraggio e belle parole, ma la sensazione è quella di essere ormai il fanalino di coda… Quale identità ci rimane? Siamo lavoratori, ex lavoratori, o cosa? Come sostenteremo le nostre famiglie?
Volevamo iniziare parlando dei lavoratori dell’IPF come appartenenti ad una categoria al limite, come i borderline della formazione professionale, ma non siamo neanche quello. La letteratura psichiatrica ha dato un profilo identitario, e una collocazione specifica anche alle personalità borderline…
È giunto il momento di alzare la testa e ribadire a gran voce che noi siamo LAVORATORI DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE della REGIONE SICILIA ed in quanto tali abbiamo diritto ad essere presi in considerazione e non pagare insieme alle nostre famiglie lo scotto e gli errori di chi finora ci ha gestito e di chi fa finta di non vedere e di non sentire.
…. I lavoratori Cobas dell’IPF
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